In Gran Bretagna esiste dal 1999 ed è noto come “lifetime mortgage” o di “equity release”, dalla sua nascita il prodotto si è rapidamente diffuso nel mondo anglosassone ed anche negli Stati Uniti.

Il Italia,  “conosciuto” come prestito vitalizio ipotecario, è stato introdotto nel 2005 senza particolare successo; si tratta di una particolare tipologia di finanziamento senza rate destinato a persone fisiche con più di 65 anni con un immobile residenziale di proprietà e viene erogato da aziende, istituti di credito e intermediari finanziari.

Il prestito vitalizio è un finanziamento a lungo termine assistito da un’ipoteca di primo grado che a differenza della vendita della nuda proprietà non fa perdere il possesso del bene e alla morte dei contraenti garantisce agli eredi il recuperare dell’immobile dato in garanzia, con la possibilità di rimborsare il debito (capitale sommato agli interessi) estinguendo l’ipoteca, vendere l’immobile e con il ricavato saldare gli importi residui oppure cedere il bene al finanziatore.

L’importo del prestito concesso è solitamente compreso tra il 15% e il 50% del valore dell’immobile stimato e dipendentemente dall’età del mutuatario; durante il periodo del prestito l’immobile non può essere venduto, locato, non può subire modifiche sostanziali e deve essere mantenuto in buono stato di conservazione.

La colpa dell’insuccesso di questo prodotto finanziario è l’elevato costo dei tassi d’interesse ma è in corso una proposta di legge che modificherà alcuni punti deboli quali: il limite massimo del debito, la società finanziaria si accollerà l’eventuale debito eccedente nel caso esista differenza tra valore di mercato del bene e debito accumulato; riduzione dell’imposizione fiscale con una proposta di imposta sostitutiva allo 0.25% da rimborsare gradualmente e l’introduzione di agevolazioni fiscali.