Il contratto di comodato d’uso gratuito per un immobile viene utilizzato spesso da un genitore al figlio per consegnarlo gratuitamente, con obbligo di riconsegna a fine periodo contrattuale.
Tramite il contratto l’uso dell’immobile è concesso dal proprietario (comodante) a titolo gratuito al comodatario, a differenza del contratto di affitto che prevede il pagamento di un corrispettivo.
Il contratto di comodato d’uso gratuito per un immobile è disciplinato dagli articoli 1803 e successivi del codice civile e prevede che il comodatario diventi titolare di un diritto personale di godimento dell’immobile senza avere alcun diritto di proprietà.
Il contratto in forma scritta viene registrato in Agenzia Entrate tramite il modello 69 con il pagamento dell’imposta di registro di € 200.
L’ immobile oggetto dell’operazione deve essere denunciato nella dichiarazione dei redditi di chi concede l’immobile, per cui dal comodante, ovvero, dal proprietario.
Qualora il contratto di comodato, sia a tempo determinato, questo può essere rinnovato, pagando ad ogni rinnovo l’imposta di registro pari a 200 euro, se invece il contratto è a tempo indeterminato, l’imposta di registro va pagata una sola volta.
Per quanto riguarda la tassazione degli immobili concessi in comodato uso gratuito a parenti, genitori-figli, sono state introdotte novità come ad esempio la riduzione Imu/Tasi per il genitore o figlio che cede a titolo gratuito l’uso di un altro immobile al figlio o padre, a patto che il contratto sia regolarmente registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato.